Edgardo Mannucci (Fabriano 10 giugno 1904 - Arcevia 21 novembre 1986)
Fin da giovane lavora nella bottega del padre, per poi frequentare la Scuola d’Arte di Matelica. Si trasferisce a Roma, dove conosce Balla, Prampolini, Marinetti, Castellino. A Roma incontra un altro artista fabrianese, Quirino Ruggeri, diventa suo allievo e sposa sua figlia. Ruggeri costituisce un punto di riferimento importante per Mannucci, soprattutto per l’interesse che ha verso il primitivismo plastico. Nel 1940 è mandato al fronte, viene ferito, fatto prigioniero a Creta e, nel 1944, torna in Italia. Si è esaurito oramai l’interesse per la forma naturalistica, in quanto Mannucci è suggestionato dalle ricerche spaziali e geometriche degli altri artisti; Profondamente colpito dalla tragedia di Hiroshima, non considera più la figura come un mezzo di espressione adeguato a rappresentare la realtà. Sperimenta l'uso di materiali quali il ferro, l'ottone, il bronzo e il vetro, in sintonia con le ricerche polimateriche dell'ambiente romano e di Alberto Burri. Negli anni Cinquanta partecipa alla formazione del "Gruppo Origine" con Colla, Capogrossi e Burri. E' considerato dalla critica come uno dei protagonisti dell’arte plastica informale europea.