tempera su tavola
Metà del XIV secolo
51,5 x 28,2 cm (a); 51,3 x 28,2 cm (b)
Provenienza: Berlino
L'opera in questione rappresenta uno dei momenti più alti della produzione artistica di Allegretto: un altarolo a carattere devozionale individuale in cui l'artista rielabora con libertà suggestioni fiorentine e senesi, accostando l'immagine tenerissima della Vergine all'effige della sofferenza di Cristo. La tavola raffigura una Maestà, assisa su un trono sospeso e foderato come fosse una carta da parati, di cui il prototipo è riscontrabile in Simone Martini a partire dalla seconda metà del Trecento, la corona richiama modelli stilistici dell'artista fiorentino Bernardo Daddi e sullo sfondo emergono dettagli arcaicizzanti, come la crisografia della tradizione bizantina.
Allegretto mostra una grande capacità di assortire i colori nei cangiatismi che caratterizzano la veste dei due santi martiri: S. Bartolomeo a destra della Vergine e S.Caterina d'Alessandria che sorregge sul capo una corona, alludendo al suo ruolo di principessa d'Egitto. Nella Crocefissione emergono modelli colonnari declinati con maggior delicatezza. Al di sopra della Croce, il pellicano simboleggia l'estremo sacrificio di Cristo nell'icografia medievale.
Prestata in occasione della mostra su Allegretto Nuzi e il '300 a Fabriano, l'opera di proprietà della Gemäldegalerie di Berlino, verrà esposta in pinacoteca fino ad ottobre 2022.