Donato De’ Bardi detto Donatello
scultura lignea
metà XV secolo
Provenienza: chiesa di San Domenico
Collocata per secoli nell’indifferenza generale, in una nicchia della chiesa di s. Domenico di Fabriano, la statua piuttosto mal conservata, venne considerata erroneamente, per secoli, un’opera ottocentesca. La scultura realizzata in legno di pioppo intagliato e dipinto, é a grandezza naturale e rappresenta San Pietro martire, il frate domenicano, inquisitore che venne assassinato il 24 marzo 1252 con un falcastro nei pressi di Milano. L’iconografia del Santo è legata all’aggressione subita da parte degli eretici, infatti viene spesso rappresentato con la fronte squarciata, a volte con la palma, simbolo del martirio o proprio come nel caso della scultura fabrianese, con il libro scritto “Credo” tra le mani ed il falcastro originariamente conficcato nel capo del martire, ed ora, dopo il restauro, collocato sul basamento dell’opera. La scultura mostra chiare analogie stilistiche con altre opere donatelliane: il volto del martire caratterizzato dai tratti ben modellati, dalla fronte, dagli zigomi, dal mento vigorosi evoca la memoria del volto del Gattamelata, quel condottiero che si erge fiero sul suo cavallo davanti la basilica di s. Antonio da Padova o nel ritratto di Niccolò Uzzano, politico, umanista italiano, gonfaloniere di Giustizia di Firenze o il profeta Geremia del duomo del capoluogo fiorentino. Un altro fattore di notevole importanza che avvalora l’attribuzione della scultura a Donatello, riguarda la fitta rete di rapporti tra i domenicani fiorentini e quelli fabrianesi, tra la città di Fabriano e quella di Firenze.